26 marzo 2012

Ferro e Roccia















Fredde le staffe piantate sul monte
fredda la roccia schivata dal sole
forti le mani si appigliano nude
li nel silenzio di ombre e dirupi


Gelido ferro e gelida pietra
regnano in ombre di rocce spaccate
la cui memoria si perde nel tempo
giù  negli abbissi di ere remote


Penetra appena quel filo di luce
a rischiarare di sbieco la schiena
mentre la forza invade le gambe
come torrente che fa la sua piena


Sporge quel ciglio che invade la vista
cerco un appiglio che mano conquista
sento la morte in punta di dita
laggiù nell'ombra che oscura la vita


Di un uomo forte io seguo il consiglio
di un uomo saggio che ancora mi guida
seguo le funi fissate agli anelli
penso ai miei giorni che furono belli


Sento  il coraggio di fare le rampe
ferrei pioli a prova di gambe
sento il calore, ne sento le vampe
fino alle braccia ne sento le lingue


Viene quel fuoco che presto si estingue
che si fa cogliere in piccole lingue
dura quel poco per farmi arrivare
lì dove io non posso volare

(Ezio Spataro)