Mi
avevano babbiato
con la
bufala dei rari tesori
le
puledre di Diocleziano
gli
equini incalliti
che si
accanirono sul foraggio
della
Cannavata
Nel
meriggio dell'esistenza
fiero
delle mie reliquie
raccolgo
ex-voti
come
steli di sulla
babbiati
dal vento
Rappresentatemi
nei
dissepolti teatri dei pupari
come bypass sonante
installato
nei cuori
delle
vecchie Angeliche
Strani congegni
suonano
come allarmi
facendo
abbaiare i cani di Magonza,
da dietro
le grate
i santi statuari
non
vedono e non sentono
ma
sudano oro
Si
svolgano perizie
sullo
stato dei materiali infranti
le
balaustre crollate
sulla
testa di Carlo Magno
l'incolumità
dei tesori
I santi
anarghiri
li
disprezzarono in vita
avvertendo
su ladri e scassinatori
su
tignola e ruggine
noi che ricopriamo
con carte d'aremi
i
simulacri
barricandoli
a matula
dietro le grate
Nessuno può rubare
i tesori
dei santi
cosi da sfuggire
alla
sguardo Petrino
nel regno
del buon ladrone
dove
l'oro non plagia
nel regno della grazia
che l'oro non omaggia
(Ezio Spataro)