6 gennaio 2020

Presepe morente



Ho aspettato i magi
in una grotta che non c'è
una sapienza venuta da lontano
ad azzerare il pregiudizio 

Ho intravisto pastori incazzati
aspettavano il rinnovo del contratto
con i loro armenti,
pecore da latte con minne 
sempre più sucate
e senza erba da mangiare

Accoppata da Erode la mia stella
non sa più dove brillare
col fiato sul collo di questo mondo
ho cercato il fiato leggero
del bue e dell'asinello

Non ho oro ne incenso ne mirra
mi accontento della birra,
quella artigianale a km zero 
che si beve con lo sconto di The Fork

Mi dirigo verso culle di bambini
messi al mondo per sport
da genitori che vivono per il lavoro e per le ferie,
bambini sempre più soli e al freddo
dove non servono stragi di innocenti

Non vedo sognatori 
addormentati sui cigli delle strade, 
vedo barboni depressi 
bere birra scadente 
all'ingresso dei negozi

Non vedo donne che sorridono intente alla filanda, 
vedo articoli di abbigliamento 
acquistati su amazon nei ritagli di tempo, 
il suonatore di piffero al centro commerciale

Vedo artigiani intenti alla fatica 
nelle loro grotte da nababbi 
fare lavori senza fattura.

Vedo lavoratori invisibili 
cercare raccomandazioni per entrare nel presepe,
vedo esattori delle tasse come ai tempi di Erode, 
vedo nuove imposte per ogni pecora abusiva.

(Ezio Spataro)


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