E' da luglio che Scorsone è passato all'attacco
mentre noi ci trinceriamo in difesa
convinti che finiranno i black days
o che risorgerà un Giovanni Di Salvo
nel bel mezzo di un circolo
dove si pratica l'arte dello sfottò.
Le falle tettoniche sono in fermento
sembra che la depressione caspica
sia arrivata nel nostro paese
un tempo noto per il celebre passìo,
non cusciulìano più su quelle strade
le graziose giumente
che un tempo incarnavano il senso
più genuino del "cherchez la femme"
Ci stanno mettendo dentro un museo,
esso racconterà nelle sue pareti
il fummo come voi ma non sarete come noi
"u paisi dii foddi" come ci chiamavano
a Ciminna o a Bolognetta,
noi, il paese di Ignazio Buttita
dove si arrivava con un treno che non c'era,
il treno pieno di sole
che trasportò le celeberrime borse d'acqua
nell'estate dei mondiali 82
In mezzo al ricordo del bordello
in questa piazza ora deserta e silenziosa
sento arrivare l'eco lontano
di un accorato comizio di Ciro Spataro
ex-sindaco ed ex-tutto che oggi conservo
come iconcina del premio di poesia
accanto all'iconcina di San Ciro
E menomale che Pulizzotto c'è
a rifondare il partito di "Forza Marineo"
eccolo che ci appizza con le fullane e i crivi
sulle pareti di un ex-pagghialora
del castello aragonese,
sulle sue mura del versante Addinaro
mi arrampicavo da bambino
provocandomi le prime escoriazioni
su braccia e ginocchia.
Ci stanno mettendo dentro il museo
ci guarderanno le future generazioni,
tra un post e l'altro dei social
ci posteranno come ricordo
di una cera squagliata sulle strade
dopo una processione di San Ciro,
loro che non conobbero
l'essenza del "facemu fudda"
li vedo già sulla Strada Mastra
che rispettano distanziamenti sociali
li vedo portare mascherine
acquistate nella nuova putìa
che si è aperto il pronipote di Ciro Benanti.
(Ezio Spataro)
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