4 giugno 2014

Cave Canem























Cave canem,
nella cava abbandonata del paese
i cani abbaiano malinconici
cercano rifiuti notturni
scorie urbane differenziate
ossa di fantasmi
lembi di carne da staccare
con denti sempre più malati
morso dopo morso
fame dopo fame

Cave canem,
sono cani rabbiosi
profeti visionari
esiliati nella Patmos
dell'ecosistema insostenibile
allevati nei macelli della mistificazione
dove a suon di brogli e museruole
si serrano i musi dei rivali
annusatori di femmine

Cave canem,
è il fiuto della propaganda
che ci cava le ossa da spolpare
rabbia canina
profusa in testicoli ancora integri
pensiero sterilizzatore
di una realtà che abbaia
ma non morde

Cave canem,
è dietro le botteghe
che i macellai scartano frattaglie
attirando le vedove e le vespe allegre
ronzio di carismatici in festa
fiori all'occhiello
di raduni pentecostali
mentre la carne si consuma
e diventa un pasto raro
piatto d'oro dei tempi d'oro
quando i veterani
dell'accademia ambrosiana
col crastagnello
festeggiavano il dies accademicus.

(Ezio Spataro)