Quando a sucidarsi non erano i coglioni |
Tirando uova a matula
prepariamo il suicidio di Socrate sempre più solo
e nemmeno ricambiamo gli accorati saluti
che ci giungono dai bastioni di Brolo
La natalità va scemando
i nonni testimoniano fedi senza eredi
ora che il mondo crede nelle farmacie
e non ai santi medici eremiti
E' un epoca in cui si balla
e già che ci stai rimani nel ballo
a meno che non vuoi una vita scialla
e ti rifugi nelle riflessioni di Jo Ann Cavallo
In questo mare di musica
noi ci stiamo e ci nuotiamo
e giungendo al giro di boa
lentamente ci suicidiamo i coglioni
Non apprezziamo il compleanno
della centenaria zia Cira
nulla sappiamo di quell'olio su tela
che fu l'opera di Alfons Mucha
L'eco di una storia da dietro il crinale
ci ricorda la voce di Franco Trincale
sembra invocare quel Giuda traditore
che segna un netto confine tra bene e male
Sotto Marineo le lune non ballano
non seguono le controdanze del coprifuoco
nelle note di un pentecostale razzismo
la primavera di Praga è già revisionismo
Non era il 1462 e nemmeno il Corpus Domini
era solo un guardarsi attorno
un gioco dell'oca da figli dei fiori
eroi non per caso di una valigia vuota
Era una favola moderna
un master of puppets de noartri
e tutto ricomincia come quando vai a Roma
e ti ricordi di salutare Silvano Vinceti
ma nel frattempo stiamo quieti
che non siamo al museo di Caravaggio
prima di dire "a casa finalmente"
va risolto il rebus di Carmelo Clemente.
(Ezio Spataro)