16 maggio 2014

Sodoma e Accamora


Figli di Sodoma
viventi all'Accamora
germogli di un umanità
gozzovigliante
tronco di Iesse
tramutato in tronzo 
di malafiura
uomini che si inculano
ignari del tuono imminente,
del fulmine a ciel sereno

Fottono e lasciano fottere
tirano a campare
mors tua vita loro
homo homini lupus
rosa rosae rosae
e se son rose pungeranno !

Uomini di Sodoma
viventi all'Accamora
città di paraculi
dove l'impatto è imminente
negli orifizi
dove legioni di Meskin
accattano un chilo di arance
per lenire il pianto

Cercano di far paura
con un liccasapuni
ma hanno il mitra
pronti a sparare 
col silenziatore
del "do ut des" istituzionale

A Sodoma si plasmano
vitelli d'oro,
con la presa di ventuno dita
si grigliano le stigliole
canali dove fluivano le vergogne
di passate (di)gestioni
quando si defecavano
i posti comu(a)nali

Nel giardino dei giusti
condotti da tre angeli
a rischio inculamento
dieci Meskin riposano
all'ombra delle palme
al ronzìo dei punteruoli
venuti all'Accamora
come piaga d'Egitto
ormai in pensione,
scassa-palme anarghiri
allevati sotto i Portici della mistificazione
falsi profeti
del celeste e santo amore.

(Ezio Spataro)

13 maggio 2014

Il colle del Sanicolo



Nella Roma Assirio-Babbu-Lonese
il Sanicolo si erge imponente
con le  sue ville di ampia metratura
rogitate dagli atavici proto-notari 
preistorici proto-spatari
dei tempi di Andreotti e Lima
suggitori del succo di Sirena
arance spremute dei tempi andati
quando gli n'ziti della vigna
scattavano sotto lo sguardo sazio
dei grassi figli di Ioan Papà
nell'aria spumeggiante
delle cateratte fluviali
quando Gugliemo stava ancora a Baskerville


Messaggeri raggiunsero la città di Matula
arroccata sul colle Sanicolo
portando casse di birra
da donare al principe Tuborg
cugino di re Viborg
emigrato in terra di Danimarca
dove il marcio si era sparso
sulla coscienza di un re nudo


Vengono a Matula
per coprire le sue nude vergogne
Alberti da Giussano
si spremono le arance
con la manomanca
degni mentori, degni eucaliptori
della regal semenza
che fa scattare il giunco di Sirena
provocando l'opuscolo della verità,
bocche di Platone
che mordono la mano
si riprendono la città
senza colpo ferire
e mercurio-cromo spargere,
cosi che non è vano
il loro ingresso a Matula.


Nel ventre dell'architetto
si assimilano le nuove vie
il colle del Sanicolo
la via del Passetto Imperiale
nuove toponomastiche 
brulicano a Matula
mentre dai torrioni si buttano gli artisti
indegni di loculo e cimitero,
giù dai merli del castello
che domina Sirena.

(Ezio Spataro)