21 febbraio 2020

A Guglielmo



Ti sei fermato a quel "C'era una volta"
come una fine d'anno di Borges,
forse sei rimasto ferito
tra una rissa e l'altra dei fratelli coltelli


Ti ho intravisto
alla scuola eccellente del Gorgaccio
dove la stagione delle mostre
mi fa ricordare Battiato
quando mi chiedevi di cantare
una stagione dell'amore

Tra sacro e profano
tra presepe e presepe
il fuoco amico degli amici
ti ha abbrustolito la penna 
e reso muto

Ti resta di invocare i fratelli Copti
in un rispolvero di vare e memorie
che mi dipinge te con la pizzudda
mentre ti azzanni ancora la midudda

Dai, non lasciare andare a matula
il gioco delle memorie
quella narrazione di comitati cittadini
e anargire consulenze sulla flora nostrana

Fammi raccogliere la mandragora
del tuo pensiero
quella che non si può comprare
nei bivi della cultura a futura memoria
solo tu puoi banniare la tua verdura

svuota i cassetti dove conservi
i tuoi proiettili culturali
non vedo un futuro senza di essi
non farmi aspettare una fine d'anno
per sentire lo sparo delle tue cartucce

Non farmi attendere San Ciro 
per sentire i botti e prenderci il gelato
non restiamo bloccati
nel doppio senso della strada mastra


(Ezio Spataro)