31 luglio 2015

Ipotesi sull'amicizia



















Si aggrovigliano i tuoi baffi
di epoca borbonica
su scarpette di pensieri
sul fondo delle pentole
tra alchimie di goulash
e antiche profezie della sasizza

Illusionista del finocchietto
compare incrociato
della via Copernico
prestigiatore da pasta con le sarde
guastatore dei silenzi
dei poeti taciturni !

Introducimi nei baccanali
del "chercher la femme"
tra i passoloni di Ancira
e i cascavalli di Ippona
laddove il nemico
minarla non può
la nostra Ma'arra,
perchè tra le tende del Torquato
se di vino
chiederemo il calice
ci riempiranno il quato !

Accoglimi
nella tua Gerusalemme liberata
amico anarghiro
san Giovanni di Edessa
dall'armatura di cartone
viaggiatore bulgaro
in cerca di un amore ceco
tu che uccidi il drago
e rubi l'aureola a san Giorgio
per te canto l'amore a damigiane
se solo mi fai entrare
e mi offri da mangiare !!

Mettiti quel basco
da siculo-bauscia
parlami loquace
di antiche logistiche
di camion in giro per il mondo
quando disteso con la prole
sulle spiagge greche
tra colpi di sole e colpi di stato
nei pomeriggi calmi
sentivi scattare le sirene

Riconquistiamo l'urbe
resistiamo fino allo sfarsi
delle vraccoca
respiriamo a tre narici
tra i loculi di Makella
e il vasa-vasa
tu che imbrattasti il punteruolo
col rosso del tuo sangue
Sancho Panza disilluso
che insegui il Don Chisciotte
non restar scudiero di te stesso
mecenate senza poeta
tu crociato
che volesti liberare il sepolcro 
dalla poesia "a matula"
fammi un copia-incolla
di versi positivi
restiamo ancora vivi
tocchiamo l'ombelico
di questa Suvarita
con la mano (sempre) calda,
sotto il sole
di quest'ultima spiaggia
e svuoterò cassetti
stracolmi di poesie
dove cantavo 
un po per amore 
un po per per raggia.

(Ezio Spataro)

28 luglio 2015

I manovali degli anni ottanta


















I manovali degli anni ottanta
vivevano alla giornata
... un pò a muzzo
tra un lavoretto di campagna
e una mano di calcestruzzo


Votavano l'Ignazio Regionale
uomo dalle chimere stradali
appoggiavano il "frii e mancia"
così quando c'erano gli appalti
si riempivano la pancia
ingranavano la marcia degli affari
il meccanismo virtuoso
del "mancia e fa manciari"

I manovali degli anni ottanta
lavoravano a giornata
coi loro martelli percussivi
erano la speranza di tutti gli abusivi
non gurdavano il cemento
se era buono...  se era ottimo
imparavano che nella vita
è meglio lavorare a cottimo

Dopo le notti
sotto le lenzuola
di giorno si cimentavano
in colpi di cazzuola
nel loro futuro brillava
una stella
che a guardarla bene
era una caldarella

le loro mani callose e fiere
incarnavano il rumore delle bitumiere
la loro pelle scura e corvina
era tutta punteggiata di quacina
forti e tenaci nel pruvulazzo
ergevano i pilastri
che reggevano il palazzo

Poi a un tiro di schioppo
dal casale dell'Emiro
fu eretta la fabbrica di San Ciro
e sotto lo sguardo
del santo Alessandrino
per sua natura
anarghiro e poverino
si moltiplicarono pecunie e ori
che fecero dei manovali
i nuovi signori.

(Ezio Spataro - luglio 2015)


10 luglio 2015

I poeti della loggetta


















La scorsa estate si parlava con un amico di logge, loggette e loggioni , tra momenti di spensieratezza e momenti di apprensione. Si è creata una sorta di complicità che ha portato in essere un linguaggio codificato, che può risultare linguaggio dell'assurdo per chi non ha vissuto quel tipo di complicità. Mi scuso pertanto con coloro che leggendo capiranno ben poco. E' normale.


Gemellato col suo alterego
cavalca verso le terre di Francia
sul ronzino di don Mignotte
acquistato alla fiera di Amsterdam
nelle vetrine della vergogna

Stringe il suo crine
con le dita della manumanca
e nel taschino la sua patente Lituana
per tirare coltelli e liccasapuni
nei bersagli delle logge Arnoniche

La stirpe della Provvidenza
distribuisce le ampolle
nella loggetta dei poeti
per mano degli alfieri
della fondata cultura
che si lisciano la mascagna
al cospetto dei Belli

I giurati attempati
della Buttittiana Sperienza
fanno splendere il sole sui poeti
nei giardini dell'Alvernia
laddove il pastore Sigoleno
scodinzola col segugio Arnonico

I domatori entrano nel circo
con gli allori da dare ai leoni
panem et circensis
nomi di diamanti e di blasoni
mentre da lontano
un urlo di vandali 
scende dai valloni

Alla loro testa il Sanicalora
capo dei guastatori
baluginanti di metallo
ferri di forche e fullane
appese nella Domus Pulizzotta
guastatori della Guastella
dalle trincee delle loro panchine
scendono nei Beccadelli
a rompere i loggioni
al guasto delle passerelle
dell'alterego Arnonico.

(Ezio Spataro - nella tragica estate del 2014)