18 febbraio 2019

Radical Chic



Sei piena di soldi ma ti vesti male
sempre con quell'aria da intellettuale
sui navigli a bere birra artigianale
che poi detto tra noi neanche ti piace


Sei una radical chic
ti piacciono i libri strani
i tipi un po' cheap
i concerti indie
e l'MD nei drink
le auto un po' vintage
che san di Arbre Magique
non sai neanche tu perché sei radical chic


Ciao, ti ho vista ieri in un centro sociale
e ti ho seguita fino a casa, bosco verticale
hai detto che domani è festa, ma in che religione?
Il salone del mobile non è Natale
io ti porterei al mercato ecosolidale

a costo di mangiare e poi star male

Tu mi spiavi in biblioteca tra gli scaffali
e pure a quell'aperitivo in Piazza Affari.
Scusami volevo solo stalkerarti un po'...già
e tu mi ha complicato la cosa
perché ti sei cancellata dai social

Io vivo tra i libri di Flaubert
e la notte sogno Enrico Berlinguer
verrei a fare colazione con te
ma ora devo andare che ho lezione allo IED



Per te toglierei le Air Max
e mi metterei le Clarks
studierei gli scritti di Karl Marx
dentro ad uno Starbucks
Se la metti così
fuggiremo insieme lontano da qui
perché i miei sono di destra e io ho votato il PD
e ricordati che sono una radical chic



(Il Pagante)

8 febbraio 2019

La sinistra del popolo

organizza una manifestazione contro reddito di cittadinanza e quota 100




Spavaldi speculatori storiografici
spadroneggiando spalmano storia
stiticamente sudano spremono
sobillando significati superbi
sentenziando segnali sicuri
su spazi sociali salottieri


Imperiose ideologie
impennano ialuronici imprimatur
ispezionano implicazioni irrealizzate
inneggiano in ieratiche iattanze
invidiando inebrianti iniziative
imbellettano iatture in italico idioma


Narcisi nichilisticamente negano
novità nazionali nascenti
noverandole nel nugolo nazionalistico
nascondendo netta necrosi
nella nave naufraga
neologisticamente nicchia nuotante


Incastrati improvvisano ironie
impetrando istrioniche ibernazioni
invocano intestine iconoclastie
ipotizzando ingerenze istituzionali
ignorando invece innanzitutto
ira impressa in italica illusione


Sessantottini superdotati
sale scaduto sui silos svettanti
salgono su scranni scoloriti
sfoggiando sermoni solonici
su stampa sinistroide strapagata
stendono scarabocchi sopraffini


Tra treni taroccati
TAV terminate
tegevè tenacemente tinti
tifano tutte tre
tanto Toninelli tonfa
tranquilli tutto torna


Rivoluzioni remotamente realizzate
rancidiscono reticenze retrostanti
raggiungendo rivoli reazionari
racconti repubblicani
redatti romanticamente
raggelano rimanente realtà


Avvanvera annunciano armate
agorà avvenieristiche aizzate
ancora ascoltiamo arringhe
arguite artisticamente ad arte
applausi adulatori aumentano
ancora ansia accumulata


(Ezio Spataro)


7 febbraio 2019

Sanicola

un esempio di poesia anagrammatica




Sagaci sentenze solleticano
sinistrorsi sindaci seriali
saltuariamente seduti su scranni
si sputano sillabe sontuose
su specifiche situazioni
saltando salamelec sintattici


Ammatula arranchiamo asfittici
augurando all'adepto anargiro
astutamente ammesso agli altari
annuire all'attesa ammenda
alacremente allevando acari
adagiati agli ameni avamposti


Nettari nuovi nelle nuovole nere
nevicano narcisistico nevischio
non necessitiamo navigare nel nubilato
nel narrare ninfomani necessità
nonchè nei nostri nipoti navigano
navi nefande narcotizzate 


Immaginando irsute icone
incolliamo impensabili inserzioni
incettando in insaziabili inni
in intrallazzate iatture
irroriamo isole insozzate
innalzando impavidi iacuzzi


Corroboranti considerazioni corrodono
comportamenti culturali coatti
come camaleontiche cimici
comunichiamo caracollanti concetti
che camminano coi coleotteri
con conseguente conàto


Oppressive ombre ostacolano
orgogliosamente occhi obliqui
oppure ospitiamo ospiti ottusi
omettendo orpelli orchestrati
oibò obnubilando onte
orchestriamo obbedienti ossimori 


Levigate longitudini liberticide
lanciano la luna laddove le labbra
lambiscono lippo lacerato
lentamente lessiamo lacerti
lasciando lacrimare lussurie
lapidiamo le lanose lenzuola


Ancora ammatula aspiriamo
all'antologia anargira
accolti all'americanata annuale
aspettiamo ansimanti ad Ancira
assecondando aliti asfissianti
apprezziamo artistici amplessi


(Ezio Spataro)


6 febbraio 2019

Contro il Gattopardo



Non ho paura delle tue unghie
che hai affilato sulle rocce della Sicilia
del tuo scatto felino
che ha spaventato le tranquille greggi
tu hai ucciso molte speranze
e chi ti ha conosciuto
ha spesso rinunciato alla corsa


Non ho paura della tua ferocia
che usi per scoraggiare le prede
io posso correre più veloce
non mi accopperai come hai fatto
coi tanti cuccioli di questa terra
privandoli del calore di una madre


Non ho paura di quella coda che agiti
tra l'erba selvatica della steppa
io vivrò e ti catturerò
perchè se nulla può cambiare
io sono già cambiato
se tutto rimane come prima

io sono già diverso
non sono un siciliano come pensi
iu sugnu sicilianu a modu me !


(Ezio Spataro)