20 dicembre 2019

Di supercazzole sull'arte e altri silenzi



Ho sudato camice e cappotti
cola il sudore ne scorgo il rivo
sull'oggettività della materia
che vi scrivo
chè l'arte non è come penzi
non è degli artisti
ma di mastri artigiani
che a oggetti ben fatti
attaccano i loro e altri silenzi

Nulla si crea, al più si distrugge
chè la creatività non esiste
nè lo spirto guerrier ch'entro ti strugge
l'arte è tecnico esercizio 
è un imparar la tabellina
oggi conti fino a dieci
domani sei già alla cappella Sistina

Ho sudato camice, impregnato cappotti
subendo lo smacco di improvvisati artisti
ho visto coniargli falsi motti
sui social li ho visti
disprezzare l'oggettivo detto
che nella lampada sta il genio
e non nell'intelletto

Per voi ignavi 
che non seguite un'insegna
il vostro talento si spreca
in quell'arte che di sudore non impregna
ed eccovi l'asciutta Frida Kalo
non impuzzarvi nemmeno le ascelle
di quel sudore che sa irrigare il pelo
ed eccovi la mai sudata Alda Merini
io vi lascio seccar la pelle
nei vostri asciutti pensierini

Ho fatto tris e ho fatto anche poker
strizzando le camicie 
ho recensito financo Jocker
io che tra la viva filosofia 
e quella morta
ho bypassato la plebea sperienza
con il viatico che porta
al bello, al vero della cine-competenza
non ho nulla da spiegare
ho altri silenzi
ai quali vi potete attaccare



1 novembre 2019

Il sale del silenzio




Sono nel sale del silenzio
se mi cercate non mi trovate
"quattro post mille lire"
fa solo parte del passato

Donne !! Se n'è andato quel cretino
che arrotava i suoi coltelli
ritagliando commenti e contro-commenti,
piuttosto che rifilarvi il pippone
ha preferito andare a vendere sfincione

C'era puzza di gas
in quelle cucine virtuali
dove sbollenta l'ego delirante
di cuochi improvvisati
e non si trova qualcuno
che possa riparare quelle cucine aggass

Donne !! Se n'è andato quel cretino
che arrotava le sue lezioni
dai megafoni social 
che fatturano le fortune aggratiss

Compratevi piuttosto il sale
e conservatelo nel silenzio
se mi cercate è li che mi trovate :
due parole scambiate dal vivo
a nemmeno mille lire

(Ezio Spataro)

6 luglio 2019

Essenza in tronco



Di quercie inaridite
di rami seccati
sanno questi giorni
eretti su tronchi moncati
fieri di spiagge infuocate
di infradito consumati
nelle dune sabbiose

Flosciante la sostanza
si appende alla vita
anguria oscillante
che cerca le frescure del mare
la panza viziata
dalle fette disossate
le scorze rosicate da vespe marine
i semi sputati nell'ecosistema

Eretto su un tronco morto
mi misuro con gli alberi intorno
ombra per il nulla
frescura per i fantasmi
pasciuto nelle brezze pomeridiane
gioco alle querce secolari
nudo e inerme
morirò tra le braccia del sole

(Ezio Spataro)

10 giugno 2019

Vamos a la Playa




Un abbigliamento che sa di fresco
movenze spensierate
canti farciti di desiderio
cavalcano sogni

vedo le note svolazzare
sopra i tetti di un tempo passato
vamos a la playa canterei
se mi tornasse la voce

andrei a Top Of The Pops
a prendermi un reddito di ritrovata speranza
vamos a la playa canterei
con quelli della Paloma

ora mi attendono all'ultima spiaggia
dove per sempre restano aperti gli ombrelloni
le creme solari
profumano dei miei sogni

il mare ritorna a parlarmi
ritrovo ciò che ero
la mia pelle si abbronza
di un oro ritrovato

(Ezio Spataro)

8 giugno 2019

Tascio-Dance


Disinvolto in nonchalance
son deejay del Tascio-Dance
giro il piatto del bardascio
mi ci incollo e non lo lascio

Non ci vuole dell'arcano
a produrre il mio bel suono
solo un ritmo un pò baggiano
che rivela quel che sono

Tutti i tasci del villaggio
ch'eran solo di passaggio
annusarono il mio scretch
dall'aroma un poco chitch

Poi ballaron come scimmie
con divise da figacci
di cui strinsero le fibbie
per ridursi come stracci

Son deejay del Tascio sound
con la cuffia un po cadente,
già li vedo tutti around
nel mio ritmo da demente

Le mie note come un fiume
spingon pietre e bardasciume
a riempir questa marea
della musica diarrea

Più mi muovo e più le attiro
le ragazze del mio giro
non ci vuole molto acume
solo un po di bardasciume

E se giro ancora il piatto
nel gran regno del coatto
ai miei piedi son le razze
delle oche belle e pazze

Tascio-phonic system sound
che non vale un mezzo pound
questo stupido screcciare
m'è servito a rimorchiare

Sono immerse nelle danze
al tremor di soavi panze
che scoperte all'ombelico
danno un senso ancor più fico

Corpulenti buttafuori
stanno attenti ai danzatori
contenendoli nel fiume
del fluente bardasciume



(Ezio Spataro)

6 giugno 2019

Irreversibile


Irreversibile … come il tempo
inammissibile … questo momento
un po' d'aria di questo tempo
una frase: tormento

le mie parole: un tempio
la mia voce: un esempio
hey sexy, stai attento
il mio ritmo è un lento e fa così

E fa così
E fa così
E fa così

Irreversibile, ti entra dentro
quando lo sento io non mi fermo
irreversibile, è il mio momento
quando lo sento mi entra dentro

E se la terra girasse al contrario
il tempo andrebbe forse all'indietro?
Beh, io sarei comunque troppo avanti

Irreversibile, ti entra dentro
quando lo sento, no, non mi fermo
irreversibile, è il mio momento

Quando lo sento mi entra dentro
dicono che le sostanze stupefacenti creino danni irreversibili al tuo cervello
ogni volta che assumi sostanze stupefacenti migliaia di neuroni vengono irreversibilmente persi
È un trauma !

Tuttavia ci sono persone come me che non guardano al passato
quel che è stato è stato
ci si vede a Maracaibo, ragazzi

Irreversibile, ti entra dentro
Quando lo sento, no, non mi fermo
Irreversibile, è il mio momento
Quando lo sento mi entra dentro


(MYSS KETA)


24 maggio 2019

Sulle ali delle locuste



Nell'illusione dell'anima identica
nascono pensieri gemelli
di lingue abbandonate
piovono parole
sui suoli plastificati.
Alla luce del giorno
si secca la lingua
su sillabe sparse
il futuro si fa balbuziente.
Parole bisognose di altre parole
aridi significati
partoriti nello scirocco
sulle ali delle locuste
cercano la spinta.

(Ezio Spataro)

18 maggio 2019

S. A. L. V. I. N. I.



Sparando selvaggi sproloqui
si sobillano sinistri sentimenti,
su stolte sagomate supposizioni
si sedimentano superbi sondaggi
sui social si sommano stupidi sudditi
soffocanti statistiche stillano sangue

Aizzatori autoctoni
avallano ariani attivismi
abbracciano armi, annunciano attacchi
arringano armate ad alzare accette
aliti atroci avvelenano aria
accusando altrui accoglienza

Linciatori leghisti livellano
laidamente la lungimiranza
lucchetti logorati legano
le liquefatte leggi 
lanciando la littoria livella
lambiscono luttuosi lidi

Vincisalvini vincono veloci
velando vorace vacuità 
vaneggiano vuote vittorie
vieppiù versando vino velenoso
volgono vampe verso voialtri
vascelli venuti via

Istigatori istituzionali
innalzano italici inni
imboscano innalzamento iva
inventano italiche istanze
imbeccano idioti impauriti
ipotizzano italico isolamento

Nascente nazionalismo
nasconde nera negligenza
nulla nasce nella nera notte
nero nutrito nel nulla
nel nostro nefando nido 
nasce nuovamente nera nazione

Ignoranza in incubazione
imprime ieratica italianità
inventa istrionica illusione
idioma ignorante improvvisato
imperversante iattanza insozza
Italia isole incluse

(Ezio Spataro)

8 maggio 2019

Chi vita fazzu



Chi vita fazzu nta sta terra
unni si curri pi fari danari
e lu tempu nun s'assapùra 

Chi prezzu paavi pi la me libirtà
sugnu servu di patruna ca mancu canusciu
travagghiu pi genti ca sta nta li palazzi
puntanu e si pigghianu lu piattu
nta lu me suduri fannu la puntata

Unni finì lu tempu ca m'appartinìa
C'è corcunu ca si pigghia l'ura e li minuta 
pi darimi scarsa la mancia
Nunn'haiu tempu e mancu danari
pi sta vita putiri campari

Vinni cca pi travagghiu
e persi lu sapuri di la vita
sugnu nta un vuddicu di munnu
ca si suca la genti 
m'affacciu e mancu sacciu lu cielu
comu appoia nta sti iurnati
e si chiovi, c'è suli o c'è ventu
sugnu sempri nchiusu
darrè na grata di cummentu...



(scritta il 20/06/2008 Ezio Spataro)

13 marzo 2019

S'i fosse sindaco



S'i fosse sindaco dissesterei 'l mondo
S'i fosse assessore i l'annuncerei
S'i fosse follower i lo posterei
S'i fossi Ciro me ne fotterei nel profondo
S'i fossi al posto suo me ne starei giocondo
chè tutti li poeti fotterei
chè quello premio non glielo darei
e a tutti i circoli taglierei li fondi.

S'i fosse cittadino cambierei comune
S'i fosse povero non starei da lui
similmente mi farei di tasse immune
S'i fosse cittadino com'i sono e fui
m'affiderei lo collo a la robusta fune
e tasse e debiti li lasserei altrui.

12 marzo 2019

Dissesto poetico



Dissesto poetico proclamato
da microfono amplificato
assessori sull'attenti
da spaccare i denti

Detriti culturali da alluvione
il possedere o no il pallone
dissesto idro-poetico
da messaggio mediatico

Ultimatum con scadenza di ore
clessidra in mano all'assessore
intimata collaborazione
sotto minaccia di bando-emanazione

Circolo culturale latente
ci mette il braccio e la mente
dissesto poetico-culturale
a cavallo tra quaresima e carnevale

Traffico incalzante
dalla balata alla variante
una cultura in fermento
da spostare il monumento

Innovazione annunciata
con formula mediatica
video messaggio rottamatore
di una cultura che ha fatto le sue ore

Renziana rottamazione
della poetica fazione
senza indette primarie
nomina nuove segretarie

Rancore nel fondo della tasca
pettegolezzo nel girone di Leo Pasqua
messaggio contro presunto monopolio
emanato senza contraddittorio

Premio che non provoca l'ebrezza
lo si vorrebbe reppare alla Caparezza
innovazione hip hop moderna
che di giovani ne attira una caterva

Salviniano 31 marzo
intima di cominciare a farsi il mazzo
circolo cattolico se la ridacchia
non sapendo che è finita la pacchia !

Se ne faccia una ragione
l’elite rimasta a Jacopone
la formula di oggi è la formula di ieri:
un rap alla Cecco Angiolieri !

(Ezio Spataro)

18 febbraio 2019

Radical Chic



Sei piena di soldi ma ti vesti male
sempre con quell'aria da intellettuale
sui navigli a bere birra artigianale
che poi detto tra noi neanche ti piace


Sei una radical chic
ti piacciono i libri strani
i tipi un po' cheap
i concerti indie
e l'MD nei drink
le auto un po' vintage
che san di Arbre Magique
non sai neanche tu perché sei radical chic


Ciao, ti ho vista ieri in un centro sociale
e ti ho seguita fino a casa, bosco verticale
hai detto che domani è festa, ma in che religione?
Il salone del mobile non è Natale
io ti porterei al mercato ecosolidale

a costo di mangiare e poi star male

Tu mi spiavi in biblioteca tra gli scaffali
e pure a quell'aperitivo in Piazza Affari.
Scusami volevo solo stalkerarti un po'...già
e tu mi ha complicato la cosa
perché ti sei cancellata dai social

Io vivo tra i libri di Flaubert
e la notte sogno Enrico Berlinguer
verrei a fare colazione con te
ma ora devo andare che ho lezione allo IED



Per te toglierei le Air Max
e mi metterei le Clarks
studierei gli scritti di Karl Marx
dentro ad uno Starbucks
Se la metti così
fuggiremo insieme lontano da qui
perché i miei sono di destra e io ho votato il PD
e ricordati che sono una radical chic



(Il Pagante)

8 febbraio 2019

La sinistra del popolo

organizza una manifestazione contro reddito di cittadinanza e quota 100




Spavaldi speculatori storiografici
spadroneggiando spalmano storia
stiticamente sudano spremono
sobillando significati superbi
sentenziando segnali sicuri
su spazi sociali salottieri


Imperiose ideologie
impennano ialuronici imprimatur
ispezionano implicazioni irrealizzate
inneggiano in ieratiche iattanze
invidiando inebrianti iniziative
imbellettano iatture in italico idioma


Narcisi nichilisticamente negano
novità nazionali nascenti
noverandole nel nugolo nazionalistico
nascondendo netta necrosi
nella nave naufraga
neologisticamente nicchia nuotante


Incastrati improvvisano ironie
impetrando istrioniche ibernazioni
invocano intestine iconoclastie
ipotizzando ingerenze istituzionali
ignorando invece innanzitutto
ira impressa in italica illusione


Sessantottini superdotati
sale scaduto sui silos svettanti
salgono su scranni scoloriti
sfoggiando sermoni solonici
su stampa sinistroide strapagata
stendono scarabocchi sopraffini


Tra treni taroccati
TAV terminate
tegevè tenacemente tinti
tifano tutte tre
tanto Toninelli tonfa
tranquilli tutto torna


Rivoluzioni remotamente realizzate
rancidiscono reticenze retrostanti
raggiungendo rivoli reazionari
racconti repubblicani
redatti romanticamente
raggelano rimanente realtà


Avvanvera annunciano armate
agorà avvenieristiche aizzate
ancora ascoltiamo arringhe
arguite artisticamente ad arte
applausi adulatori aumentano
ancora ansia accumulata


(Ezio Spataro)


7 febbraio 2019

Sanicola

un esempio di poesia anagrammatica




Sagaci sentenze solleticano
sinistrorsi sindaci seriali
saltuariamente seduti su scranni
si sputano sillabe sontuose
su specifiche situazioni
saltando salamelec sintattici


Ammatula arranchiamo asfittici
augurando all'adepto anargiro
astutamente ammesso agli altari
annuire all'attesa ammenda
alacremente allevando acari
adagiati agli ameni avamposti


Nettari nuovi nelle nuovole nere
nevicano narcisistico nevischio
non necessitiamo navigare nel nubilato
nel narrare ninfomani necessità
nonchè nei nostri nipoti navigano
navi nefande narcotizzate 


Immaginando irsute icone
incolliamo impensabili inserzioni
incettando in insaziabili inni
in intrallazzate iatture
irroriamo isole insozzate
innalzando impavidi iacuzzi


Corroboranti considerazioni corrodono
comportamenti culturali coatti
come camaleontiche cimici
comunichiamo caracollanti concetti
che camminano coi coleotteri
con conseguente conàto


Oppressive ombre ostacolano
orgogliosamente occhi obliqui
oppure ospitiamo ospiti ottusi
omettendo orpelli orchestrati
oibò obnubilando onte
orchestriamo obbedienti ossimori 


Levigate longitudini liberticide
lanciano la luna laddove le labbra
lambiscono lippo lacerato
lentamente lessiamo lacerti
lasciando lacrimare lussurie
lapidiamo le lanose lenzuola


Ancora ammatula aspiriamo
all'antologia anargira
accolti all'americanata annuale
aspettiamo ansimanti ad Ancira
assecondando aliti asfissianti
apprezziamo artistici amplessi


(Ezio Spataro)


6 febbraio 2019

Contro il Gattopardo



Non ho paura delle tue unghie
che hai affilato sulle rocce della Sicilia
del tuo scatto felino
che ha spaventato le tranquille greggi
tu hai ucciso molte speranze
e chi ti ha conosciuto
ha spesso rinunciato alla corsa


Non ho paura della tua ferocia
che usi per scoraggiare le prede
io posso correre più veloce
non mi accopperai come hai fatto
coi tanti cuccioli di questa terra
privandoli del calore di una madre


Non ho paura di quella coda che agiti
tra l'erba selvatica della steppa
io vivrò e ti catturerò
perchè se nulla può cambiare
io sono già cambiato
se tutto rimane come prima

io sono già diverso
non sono un siciliano come pensi
iu sugnu sicilianu a modu me !


(Ezio Spataro)