23 dicembre 2015

Ode a Marineo






Muratori mazzìano muri
maneggiando mirabilmente mazze
muovono mastodondiche mani
mescolando malte 

Agricoltori ammatula arano
artificiosi appezzamenti agrari
attingendo aremi agli assessorati
ancora attendono
afflussi assistenzialistici

Raccoglitori rampanti
racimolano raspi 
residenti rasoterra
rintuzzando ridicolo raccolto

Imprenditori indagati
impavidi innalzano imperi
inverosimilmente ideati
incarnando italico ingegno

Narcisi nullafacenti
notificano nullatenenza
nonostante nonni nascondevano
notevole nucleo nel novero 

Empatici esemplari
esibiscono eliogrammatiche esperienze
erudita elite effonde
esemplare eloquio 
entro erette edificazioni 

Ossequianti occhi
osservano opulenza orchestrata
ordunque ordiscono
opinabili osservazioni occulte

(Ezio Spataro - dicembre 2015)









18 dicembre 2015

Contro la rima
























E' stolto l'ostinarsi a questa rima
usare come penna antica piuma
il naufragar non m'è dolce in questo mare
gli scogli irsuti del metrico poetare

aggrapparsi allo scoglio sillabico
cavalcare l'onda del verso strabico
è' questo l'orizzonte del mio mare
uccidere la rima e poi nuotare

che libera si renda la mia lingua
che il metro rigoroso si estingua
mi abbagli quel solare imperativo
di uccidere la rima e restar vivo

raggiungere una metrica moderna
svuotare di parole una cisterna
le misi tutte in rima al mio cospetto
pensando procurassero un effetto

mi affranco da un arcaico verseggiare
che rese questa lingua incenerita
la fiamma che la mise a bruciacchiare
fu quella di una rima scolorita

si attinga dal moderno un nuovo tema
che possa il vecchio metro ribaltare
comporre in libertà senza lo schema
che mise le catene al mio poetare

(Ezio Spataro)

1 dicembre 2015

Eziogramma
























Note svolazzano
nell'alveare
note colanti
di miele popolare
amici entusiasti
che tifano antico
Siddartha non guada
il fiume nostrano
Siddartha conosce
solo una stidda
nota agli antichi
della Maidda


Tra sponde sicure
trova il folclore 
accorda il violino
a note di colore
suona il piffero
il contrabbasso
il suono solare
contro l'attasso


Dentro il castello
col tempo bello
il bravo cristiano
col marranzano
si addeva la barba
in stile Corano
si crea l'eliogramma
si fa l'anagramma
riscopre quel suono
che ancora lo infiamma


Quel tanfo di antico
che sa di ricotta
la nota che esce
ti da quella botta
il suono grondante
trasuda siero
il suono di un tempo
che scorre sincero
il suono propizio
il sempre-bello
quel tanfo di vino
col surfarello

Un suono spremuto
nel paradiso
il suono oleato
venduto a cafiso
motivo antico
al fuoco caliato
essenza di pane
di pane consato
il ritmo tuonante
che va all'impazzata
quel tanfo robusto
di sarda salata
i suoni piu dolci
i suoni piu amari
l'effetto dei gidi
in mezzo ai vurrani

La nota ballerina
che improvvisa lo spacco
il suono felino
che si tinge di summacco
tese le corde
tesi gli archetti
il tempo che morde
li fimmini schetti

Il canto del cigno
la testa col tigno
i suoni che furono
quelli di un tempo
i suoni di oggi
il canto di ciaula
i tempi moderni
che suonano a matula

(Ezio Spataro)