2 aprile 2014

La Gerusalemme incasinata



Cavalcavo ormai senza palle
quando giunsi a Gerusalemme,
gli sguardi compiaciuti degli eunuchi
il cavallo sbrogliato sul Golgota
la gebbia e il sacro lippo
il verde vermiglio
macchiato di rosso
sangue di popolo
arrossa le acque,
lo sudarono tra le mura di Ma'arra
tra le frecce del nemico
sbucato dagli ulivi dell'Arcera
il figlio babbo
partorito tra le pietre miliari
della regia trazzera,
a Makella fabbricavano i mattoni
la sua effige ne ornava la fattura
si cantavano le imprese
le vittorie riportate a Paropo
i Minzanioti passati a fil di spada
Eleutero, figlio primogenito
passato all'altra sponda

Cavalcavo scoglionato
verso la Gerusalemme incasinata
anatema di Salardino
scagliato sulla piana di Bifarera
paura ancestrale di un godranese
officiante della tuma
muffita sulle tavole
di nemici uccisi,
sacrificio estremo di Scariani
fuggiti alla corte di Giosis Kan
alla gogna del petto villoso
dove si adagiano
gli uccelli della comare
sulle colline delle minne aulenti
dove non spira tramontana
oltre l'arco del Panteno
che volge alla Murana


(Ezio Spataro)