11 giugno 2014

La prospettiva Nesci

















Ci sono famiglie che dopo 30 anni
non hanno ancora finito l'affacciata
nelle case del Gorgaccio
nelle alte periferie del Calvario
case senza volto
con spuntoni di ferro
che sporgono dai pilastri
tumori edilizi
di una terra malata
resistente ad ogni sanatoria

Con grandi portoni di ferro
sigillarono le loro dimore
con finestre di alluminio
chiusero gli occhi verso il mondo
mentre preparavano altarini al Santissimo
nelle mura della nefandezza
nelle periferie moderne
dove le case senza prospetto
nascondono vite senza prospettiva

Avevano cominciato con le pietre d'asparo
quando le donne facevano l'astratto
davanti le porte di quegli obbrobbri
false coltivatrici dirette
che mandavano i figli al collocamento
o nelle latrine del sindacato
pastori che conducevano armenti
al foraggio delle mangiatoie politiche
pregando nei templi sacri del do ut des
gente che non usava la piazza
per fare rivoluzioni
gente che passeggiava nella piazza
tra un turno di 50 giorni al bosco
e un turno di cazzeggio
piazza che non tiene a mente nulla
piazza poco Tien a Men
dove i carri armati
sono carrozzoni amici

Capitani coraggiosi
ne gesuiti, ne euclidei
giovani affamati di futuro
scelsero la prospettiva Nesci
partendo per mondi lontanissimi
distanti da quei carri armati
coi cannoni puntati.

Coi carrozzoni avevano giocato da bambini
nelle discese del paese
ma il gioco era finito da un pezzo
l'Ungheria era ormai presa
i carri stavano arrivando
era tempo di fuggire 
dal bersaglio dei cannoni

(Ezio Spataro)