12 aprile 2012

San Precario



















Quando sono a gambe all'ario
prego sempre a San Precario,
non gli chiedo argento e oro
ma uno stralcio di lavoro.

Con l'articolo diciotto
ben serbato nella tasca
lavorai facendo il botto
e giammai battei la fiacca.

Ma i decreti ormai dettati
da globali e rei mercati
di lavoro il mio datore
fanno or licenziatore

San Precario, San Precario
che ti prego in ogni dì
son gli amici di quel Mario
anche quelli del Piddì ?

Fan bisbocce e comunelle
coi signor del Pidielle,
fan bagordi e fan festini
coi centristi del Casini

Siam già presi per le corna
dalla mano del torero,
è il lavor che più non torna
l'invenzion della Fornero.

Piange lacrime e singhiozza
da riempir tutta una pozza,
che si paghi noi lo scotto
è il suo amaro e triste motto.

San Precario, San Precario
che sia adesso fulminato:
reo governo di quel Mario
che nessun l'ha mai votato

Coi decreti architettati
son spuntati i licenziati
mentre aumenta ancor la panza
del Mercato e la Finanza.

Vengon poi quei tempi belli
dei banchieri e di Mammona
mentre loro, sempre quelli
stan seduti alla poltrona.

Che si torni allor nell'urna
per scacciar quel fosco Mario
che si rompano le corna
lui con tutto il Cucuzzaro.


(Ezio Spataro)