4 maggio 2011

Gli amici di infanzia a Marineo




Gran parte della mia infanzia l'ho vissuta a Marineo, con una comitiva a dir poco folle e composta dai seguenti elementi:

Cristian Vitale (leader carismatico e capo supremo)
Vincenzo Ciaccio (assistente del capo supremo)
Pietro, Dario e Antonino Barcia (il trio della Massiccità)
Giuseppe Giattina (detto Lampadina)
Giuseppe Lo Piccolo (detto Scardellinu)
Davide Giuffrida (detto Timpuneddu)
Fabio Raineri (detto Fabio Rana)
Ciro Raineri (detto Ciro Poldo)
Fabio Cangialosi (detto Mantillina)
Fabrizio Cangialosi (detto Tarantinu)
Salvatore Muratore (detto Totò Pupiddu)
Ursulidda (capro espiatorio del gruppo)


La comitiva praticava l'arte dello scaminiare a oltranza, girando Marineo e dintorni ininterrottamente alla ricerca di nuovi guai e nuove emozioni. Le zone predilette erano: Sutta u Casteddu, a Favarotta, e a Muntagnola (con relativa cava vecchia). Proprio alle pendici della Montagnola si trovava una vecchia cabina elettrica dell'Enel in stato di abbandono, dove il capo supremo approfittava dell'alta intensità dei campi elettromagnetici per invocare lo spirito di Zantem. Per propiziarsi i favori di Zantem, il capo supremo produceva dei colpi di tosse canina che attiravano lo Spirito e trattenevano la sua presenza.
L'attività principale della comitiva era quella di iri a ncuitari vecchi: Ninetta a Murana, a Bambola Blu, e Ginu Pantenu (detto anche Maschera di Ferro), inoltre c'era anche una vecchietta sutta u bastiuni di cui non si conosceva il nome, noi la chiamavamo "Buonasera Signò" perchè bastava rivolgergli un semplice saluto per scatenare le sue ire e le sue risposte vastasissime. 
Ciò che ci caratterizzava molto era anche l'amore per gli animali, una volta trovammo una ciavula vulatizza e ci mettemo in testa di insegnargli a volare.
Chi non osservava le regole della comitiva veniva sottoposto a tortura, la più terribile fu inventata dal capo supremo e venne chiamata "Dito di Nonno". In pratica questa tortura consisteva nel prendere il dito indice del condannato e infilarlo nel suo stesso orecchio, poi a turno ognuno di noi doveva dare uno schiaffo su quel dito indice, per farlo penetrare ancora di più sulla cavita auricolare del condannato.
L'inno della comitiva era : "Cicciottella è una bambina fatta a forma di Bignè", ed era d'obbligo cantarla tutti insieme sotto la guida del capo supremo. 
La domenica mattina era usanza andare dallo Zu Nofriu, un vecchietto che abitava al Passetto, e che godeva della compagnia di una cinquantina di uccellini, di tutti i tipi e le razze. 
Come si fa a non ricordare le doti di Peppi Scardellinu? Era ineguagliabile nell'arte di lanciare pitrulizzi, ci mettevamo a Fimmina Morta, e da li si lanciavano li pitrulizzi in direzione Malupassu, nessuno riuscì mai a battere il suo record. 
Una volta un nostro amico di Bolognetta, Ciro Pirrone, aveva sbattuto la testa e rimase stordito, allora tutti insieme cercammo di rianimarlo a schiaffetti dicendogli: "Ci, sbattisti a centralina?? 
Facevamo tutti parte degli scout di Marineo, e ricordo che durante un campo estivo molti di noi presero delle infezioni alimentari, perchè avevamo sotterrato alcune cibarie proibite sotto terra, e poi le mangiammo di nascosto senza curarci di togliere la terra con cui si erano sporcate. Quel campo si era trasformato in un lazzaretto di persone malate, e Totò Pupiddu si tagliò pure il dito mentre cercava di tagliare un ramo. Gli uscì molto sangue, piangeva come un agnellino e non permetteva a nessun dottore di medicargli la ferita, reclamando e invocando la presenza unica del dottore Antonetto, che purtroppo era lontano per venire in soccorso.