3 novembre 2015

I simposi della seta


















Cercavo una folla
che ascoltasse le mie liriche
chiuse sotto vuoto
come burnie di caponata
pazientemente preparata 
mai assaggiata
anni di attesa
in cui le altrui peperlizie
trovavano gole
su cui scivolare

Cercavo le adunanze
la scusa dello scambio culturale
in realtà volevo parlare
urlare
anni di silenzio
raccolti nei panari
in vimini di indifferenza
esposti solo nelle collezioni vintage
di ristoratori mecenati e pupari

Cercavo di esprimere
il sentimento poetico
come quando al ristorante
a matula assaggi il vino
e credi di sapere se è buono
cercavo pretesti per vedere
l'effetto che fa 
cercavo i gradini dell'orgoglio
che mi portassero 
in qualche Campidoglio  

Nei simposi della seta
ci andavo già adorno di allori
memore di quei vecchi infusi di valeriana
che un tempo curarono
la smania del chercher la femme
le insidie di un dialogo abortito
perchè avrei potuto chiedere
e non chiesi

Cercavo di essere corteggiato
dai responsabili della poesia
che tengono il liccasapuni
dalla parte del manico
ma io che non ero stato
ancora accoltellato
cercavo i simposi della seta
per essere sfregiato

Mi rifugiavo sotto la rocca
alla ricerca di una musa perduta
insieme a fratelli sfollati
che non sapevano 
dove andare a parare
scacciati dai giardini dell'Alvernia
salimmo su treni diretti in Lituania

(Ezio Spataro)